Realizzazione Senior Housing: strutture abitative per anziani autosufficienti

Nonostante l’Italia sia il paese europeo più anziano, risulta essere però il fanalino di coda in Europa in quanto a strutture dedicate agli anziani autosufficienti. Il Senior Housing o Senior Living, già sperimentato con successo negli Stati Uniti e nei paesi del nord Europa, inizia solo ora ad affacciarsi nella realtà italiana.

Ciò è dovuto al fatto che la composizione delle famiglie sta cambiando: la famiglia italiana è sempre meno numerosa, ed è principalmente composta da coppie senza figli o con un figlio solo, e da persone sole. La domanda sorge spontanea, chi si prenderà cura della “nuova” generazione di anziani?

Più precisamente, in Italia ci sono più di 7 milioni di over 75, vale a dire l’11,5% del totale della popolazione; il 38% di questi vive sola. La maggior parte di queste persone vive in case che non sono più adatte alle nuove condizioni fisiche a cui l’anziano deve far fronte. Infatti, le case di proprietà degli anziani hanno generalmente più di 50 anni, sono di dimensioni troppo grandi rispetto alle loro necessità (si parla di almeno 4 stanze), spesso situate in edifici senza ascensore, con impianti obsoleti e barriere architettoniche. A volte, salire anche pochi gradini per l’anziano diventa un problema. Un altro dato indicativo riguarda il numero di accessi al pronto soccorso da parte di anziani: il 76,9% degli anziani si reca al pronto soccorso in seguito ad una caduta e, analizzando i dati, le cadute negli anziani risultano essere responsabili dei 2/3 delle morti per incidente domestico.

Nuovi stili di vita dei Senior

L’anziano è sempre più consapevole della propria vita, ed è inserito in una rete di relazioni, progetti e attività che gli consentono di sentirsi ancora protagonista della sua quotidianità. Vuole liberarsi sempre di più dalle incombenze quotidiane, dedicandosi maggiormente ai propri interessi, mantenendo un corretto stile di vita che possa consentirgli di vivere in buona salute e a lungo. Ed è proprio in questo target che si colloca l’idea di Senior Housing.

Il Senior Housing è una formula abitativa destinata ai Senior autosufficienti, che promuove l’invecchiamento attivo.

Si tratta di complessi immobiliari suddivisi in miniappartamenti, dotati di cucina-soggiorno, camera da letto e bagno, appositamente progettati per gli over autosufficienti e semi-autosufficienti. La loro realizzazione ha lo scopo di rispondere ad un’esigenza di sicurezza, socialità, fornendo una serie di servizi. Non mancheranno qualità e comfort, grazie all’applicazione di tecnologie all’avanguardia per monitorare e assistere i residenti, essendo gli appartamenti studiati per questo target di persone, nonché dotati di dispositivi di domotica, oltre all’eventuale presenza di personale medico ed assistenziale a richiesta. Si tratta di piccoli condomini che prevedono ampi spazi comuni, atti a promuovere la socializzazione tra gli anziani: soggiorni comuni e sale polivalenti, sala ristorante, palestra, cinema, piscina e lavanderia. In via generale il Senior Housing è un “residence” situato in una zona residenziale della città, ben collegato con i mezzi di trasporto, in prossimità di supermercati e negozi nonché di servizi quali ufficio postale, farmacia, ambulatori, chiesa, etc.

Il costo della locazione degli appartamenti varia in base alle tipologie e dimensioni, oscillando tra i 30 e 70 euro al giorno per l’affitto base, nel quale solitamente sono comprese le utenze e la gestione delle parti comuni. A questi si possono aggiungere dei “pacchetti” accessori di vario genere che contengono servizi come il pasto, le pulizie, il lavaggio della biancheria, il servizio infermieristico, medico, fisioterapico, o un fattorino per le commissioni, etc. Gli utenti senior possono così mantenere l’autonomia e la privacy date da un alloggio privato e combinarla con il sostegno di servizi offerti da personale specializzato, secondo le necessità.

I vantaggi di vivere in un Senior Housing sono molteplici, soprattutto dal punto vista della sicurezza, sia per l’anziano che per il famigliare, grazie alle tecnologie all’avanguardia di cui l’appartamento può essere dotato. Anche se ancora in salute, l’over 65 non ha più la stessa energia di un quarantenne, e avere a disposizione un appartamento pensato appositamente alle sue esigenze che stanno mutando, è un’ottima soluzione da prendere in considerazione. Inoltre, l’anziano può vivere a pieno la propria socialità, essendo un condominio esclusivamente rivolto agli over 65, con vari spazi comuni e con molte attività a cui aderire e partecipare, quali ad esempio ginnastica e acquagym, laboratori didattici, visione di film, musica e balli di gruppo, uscite ed escursioni.

Il Senior Housing si pone come soluzione intermedia tra la completa autonomia della casa privata e l’assistenza di una RSA, essendo quindi ideale per gli anziani che stanno sperimentando i primi segni del tempo. È un modello abitativo innovativo che promuove un invecchiamento attivo e sicuro. Un’alternativa per chi è autosufficiente e vuole vivere in casa propria, sapendo che, in caso di necessità, dispone di tutti i servizi di cui potrebbe avere bisogno.

Rispetto agli altri paesi europei, dove questa formula è molto utilizzata, in Italia esistono pochissime soluzioni attive ed ancora a livello ancora sperimentale. Stanno sorgendo anche dei Senior Housing di piccole/medie dimensioni (20-30 appartamenti) adiacenti alle RSA, venendosi così a creare un’offerta sinergica di servizi per gli anziani a diversi livelli di intensità.

Perché il Senior Housing non si è ancora sviluppato in Italia come invece è avvenuto negli altri paesi?

In primis, in Italia c’è una certa resistenza nello spostarsi da casa propria. Infatti la maggior parte delle case sono di proprietà, di una certa dimensione, e quindi gli anziani fanno fatica a lasciarle per spostarsi in un monolocale/bilocale in cui si trovano a dover pagare un affitto.

Inoltre la famiglia gioca un ruolo importante: secondo l’Istat, quasi il 21% degli over 75 vive nella stessa casa dei propri figli, il 15% nella stessa unità immobiliare e il 26% a meno di un chilometro.

La famiglia italiana continua a svolgere un ruolo centrale nel lavoro di cura. Ma la società, la famiglia e il mercato del lavoro stanno cambiando profondamente. Il prossimo futuro si prospetta con le famiglie sempre più in difficoltà nel prendersi cura degli anziani: le donne, che rappresentano la maggior parte dei caregiver e maggiormente attive nel ruolo di cura, sono sempre più impegnate nel mondo del lavoro, mentre i figli, sempre più spesso, si spostano andando a vivere lontano dai genitori anziani.

Con questi numeri, i Senior Housing potrebbero risultare poco convincenti in Italia, ma bisogna andare ad analizzare anche altri aspetti come il senso di sicurezza, sia per l’anziano che per il famigliare, dato dalla presenza generalmente di una reception 24H, di personale dedicato agli anziani, del controllo medico costante, ma anche l’appartamento in sé, nuovo e costruito seguendo le esigenze delle persone che si stanno affacciando alla vecchiaia (assenza di gradini e scale, presenza di ascensori, assenza di barriere architettoniche, etc.) e la modernità di tali unità immobiliari che sono equipaggiate con le ultime tecnologie: pulsante di sicurezza, collegamento a centrale operativa 24/7, soluzioni di domotica. Altro aspetto non meno importante è dato dalla socialità, infatti in questi condomini sono presenti molti spazi di vita comune che possono essere sfruttati dagli anziani per condividere momenti insieme. Tutte cose che non potrebbero essere fatte nelle attuali abitazioni.

In secondo luogo, negli altri paesi europei vige uno scenario legislativo totalmente favorevole a questo tipo di soluzioni con la promulgazione di leggi specifiche.

In Francia, Germania e Belgio sono state promosse leggi che hanno defiscalizzato l’IVA sugli appartamenti dedicati agli anziani. In Francia, per esempio, è possibile avere una riduzione fiscale fino al 21% dell’importo di acquisto di un immobile con determinate caratteristiche: l’immobile deve essere nuovo o di recente costruzione, situato in zone della città in cui c’è una forte domanda e con un certo prezzo di acquisto (è stato definito un massimale di spesa). L’immobile deve poi essere affittato entro 1 anno dall’acquisto ed il proprietario deve impegnarsi ad affittare la proprietà per un periodo minimo di 6 anni. Il locatore beneficia di una riduzione fiscale crescente in base al numero di anni per cui l’appartamento viene affittato. I canoni di locazione e le risorse dell’inquilino, al momento della firma del contratto di locazione, sono limitati da un decreto.

Un terzo punto riguarda l’aiuto dato dallo Stato nella gestione a domicilio degli anziani. In quasi tutti i paesi europei c’è la tendenza a promuovere maggiormente le cure a livello domiciliare rispetto alle cure residenziali, avendo costi di gestioni parecchio inferiori. Inoltre, gli anziani che hanno bisogno di assistenza a domicilio vengono economicamente aiutati dallo Stato. In Italia questo avviene ma in misura ridotta: infatti nel nostro paese risulta difficile essere inseriti tra gli utenti che hanno diritto dell’Assistenza Domiciliare Integrata ed in ogni caso le ore di assistenza domiciliare sono davvero insufficienti. Nel 2016 era stimato che in media le ore dedicate a ciascun assistito anziano nel corso di un anno erano 16 (con ampia variabilità regionale).

Il quarto motivo per cui non si sono ancora sviluppati è la confusione normativa. Per i Senior Housing infatti non esiste ancora una normativa ad hoc che li regolamenta. Questo da una parte può essere un vantaggio perché lascia maggior libertà di realizzazione, gestione e organizzazione, ma dall’altro crea un caos normativo poiché non si capisce a quali regole debbano essere assoggettati: residenziale o sociale/sanitario? Le differenze tra i due sistemi sono enormi.

La tecnologia al servizio degli anziani

I nuovi anziani sono persone attive e dinamiche, che sanno utilizzare uno smartphone, spesso sono iscritti ai social network e conoscono l’utilizzo di internet e tutto ciò che ne deriva.

Le strutture dovranno sapersi adattare ai “nuovi” anziani e rispondere al mutare delle loro esigenze. L’innovazione tecnologica, sempre più al centro del nostro quotidiano, permetterà di aumentare sostanzialmente la qualità della vita e le possibilità di vivere più a lungo in maniera indipendente.

Le soluzioni di domotica saranno fondamentali nelle strutture del domani, ed in particolar modo nei Senior Housing, semplificando ulteriormente le necessità quotidiane. Le strutture dovranno dotarsi, o almeno predisporsi in fase di realizzazione, di sistemi utili a monitorare a distanza l’anziano, non solo tramite gli accessori wearable, come orologi o indumenti, ma anche attraverso soluzioni di domotica integrate con gli impianti esistenti e l’utilizzo di prodotti dell’Internet of Things. Tutte soluzioni per una casa “Smart”, gestibili tramite un’applicazione sul cellulare o un display montato all’interno dell’appartamento.

Gli esempi di queste tecnologie sono molteplici; i più conosciuti sono gli assistenti vocali che sono in grado di accendere luci, alzare e abbassare tapparelle, riprodurre canzoni e molto altro, i sensori di caduta, i pulsanti di emergenza, etc. Ma esistono anche rilevatori di danni e/o perdite all’interno dell’abitazione o i sensori nel frigorifero per monitorare la quantità di cibo presente ed evitare uno dei problemi degli anziani, la sotto-alimentazione. Tutte queste soluzioni inviano una semplice notifica alla Reception che può far intervenire prontamente qualcuno. Possono anche inviare notifiche, sms o chiamate direttamente al famigliare o caregiver per essere sempre al corrente di quello che succede e poter intervenire.

Questi interventi di domotica non possono essere fatti sulle abitazioni esistenti, progettate e realizzate con un altro concept, o meglio possono essere fatti ma affrontando notevoli spese e mettendo la casa a soqquadro.

Pertanto è evidente come la realizzazione di nuovi complessi immobiliari dove gli anziani, oltre ad avere un notevole vantaggio in termini architettonici (appartamenti nuovi e adatti alle mutate esigenze), di sicurezza (tecnologie ed assistenza), e sociali (spazi di socializzazione e di vita comune), siano la strada da percorre per quello che auspichiamo sia un futuro migliore per i nostri anziani.